NON LITIGHIAMO, TANTO E' "SOLO" L'EPOCA DEI TENTATIVI

Pubblicato da Manuela Donghi su 4 Marzo 2013, 09:50am

E’ difficile se non impossibile non litigare per colpa della politica. Qualsiasi tentativo di mettere d’accordo più persone naufraga di fronte alla situazione di empasse in cui ci siamo trovati tutti quanti. Se prima discutevano di politica solo quelli che la seguivano o che in qualche modo avevano interesse, ora non si fa altro che parlare di questo. Vi siete accorti? Si cammina per la strada e si sentono volare nell’aria parole come “Berlusconi, Bersani, Grillo”, entri al bar e senti anatemi contro questo e quello, si odono in ogni dove previsioni più o meno azzardate su cosa sarebbe meglio fare. Altro che disinteresse per la politica! Tutto sto casino ha risvegliato semmai l’ardore di anni che furono, quando i cittadini erano davvero partecipi attivamente di quello che accadeva nella cosa pubblica. Si potrebbe pensare che tutto sto marasma abbia risvegliato la coscienza civica, che, ahinoi, in Italia non è mai stata troppo sviluppata, e forse in una certa misura è vero. Ma come tutte le cose che sanno di “rivoluzione” (piccola o grande che sia), questo improvviso fermento rischia di divenire un’arma a doppio taglio, soprattutto per chi è entrato nell’argomento con tutta la sua stazza, e non a piccoli cauti passi. Da un estremo all’altro. Interessante, però. Mi piace pensare che la classe politica stia riflettendo sulla disfatta elettorale, causata anche da errori troppo recidivi e purtroppo consapevoli e volontari. Certo, le ferite se le stanno leccando anche coloro che invece hanno sempre lavorato bene, e che, in questo momento, insieme a noi “normali” cittadini, sono quelli che ci stanno rimettendo di più. Esempio: se noi lavoriamo in un’azienda che ha affari loschi (ma noi non lo sappiamo e ne’ tantomeno partecipiamo) e ad un certo punto si scopre…. Beh, bene per i delinquenti che vengono stanati, ma male per noi che poco o nulla c'entriamo e che soprattutto saremo sempre marchiati con un sigillo che non ci appartiene. Questo per dire che è ora di arrivare a un dunque, perché sinceramente, a questo punto, mi sembra che se ne stia facendo una questione di orgoglio, come spesso accade. Io allearmi con quello? Non se ne parla neanche! Io trovare un punto d’incontro con quell’altro? Ma siamo matti? Io sedermi al tavolo con quelli là? Ma fatemi il piacere. E che cavolo. Ma allora di cosa stiamo parlando? Se tanto è appurato che, non solo il dialogo tra partiti e coalizioni differenti è praticamente un sogno, ma neppure si fa il minimo tentativo di avvicinarsi l’un l’altro perché tanto siamo sempre più bravi dei nostri avversari, in che cosa stiamo sperando? Forse più che in un momento di svolta, siamo entrati in un'epoca di tentativi politici. Si prova. Oggi è così, domani non si sa. Dunque, non danniamoci troppo.

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