SPUTARE NEL PIATTO IN CUI SI E' MANGIATO

Pubblicato da Manuela Donghi su 31 Gennaio 2013, 15:49pm

Sputare nel piatto in cui si è mangiato fino al giorno prima è una cosa che mi ha sempre fatta innervosire. E’ qualcosa di assolutamente irrispettoso, che ha poco o nulla di intelligente e che denota anche una scarsa considerazione di se stessi, se ci pensiamo bene. Perché se fino ad oggi abbiamo fatto parte di una certa situazione, e di punto in bianco la denigriamo, significa denigrare anche noi. Spesso, in politica, succede questo. Ancor di più in campagna elettorale. Già è strano appartenere ad un Partito e decidere di passare ad un altro, però, per carità, può anche succedere che nel corso del tempo, con tutte le evoluzioni che questo si porta con se’, alcuni punti dei programmi non siano più condivisibili e si decida di cambiare percorso. Dunque possiamo accettare tranquillamente il “passaggio”. Però spostarsi e insultare chi era con noi fino al giorno prima, mi sembra fuori luogo e di pessimo gusto. Da dove nasce questa mia riflessione? Dalle ultime dichiarazioni fatte da un ex assessore della Regione Lombardia nei confronti del suo Movimento. Soprattutto sui dissidi interni che, secondo lui/lei, ci sarebbero ancora. Attacchi e insinuazioni che, messi così, lasciano il tempo che trovano, e che sembrano quasi una vendetta per essere stato/a messo/a da parte in tempi più addietro. Non farò nomi e cognomi e non darò indicazioni di appartenenza politica, semplicemente perché (qui) non ce n’è bisogno. Vorrei solo fare un discorso generale, sull'atteggiamento. Perché mi sembra che pochi, molto pochi, in questa difficile e intensa campagna elettorale, si stiano impegnando per dare il buon esempio. Si parla di concretezza, ma di concreto negli attacchi non c’è nulla. Si parla di rispetto, e se noi cittadini dobbiamo averne per la politica, la politica per prima deve insegnarci a farlo. Non si riuscirà mai ad andare tutti d’accordo ed è bello e affascinante avere opinioni e posizioni diverse, ascoltarle e rispettarle, anche senza condividerle. Pensare però che chi la vede diversamente da noi sia un idiota non è la cosa più intelligente. Ma l’intelligenza (diversa dalla cultura) non si apprende. Almeno non ancora.

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