Domanda.
Secondo voi la notizia arrivata da Bruxelles sulla maggiore flessibilità data ai Paesi più virtuosi (leggi: che hanno i conti a posto), come va letta e analizzata?
Ma soprattutto, ci guadagneremo davvero tutti quanti?
Pare che l’Italia abbia i conti a posto. Perché dico pare? Perché forse un annuncio cosi improvvisamente positivo non me lo aspettavo, ed è ovvio che “ben venga”, ma davvero possiamo pensare (e sperare) che i nostri problemi siano praticamente superati? Cioè: se la UE allenterà davvero il rigore e darà più possibilità di movimento all’Italia, torneremo finalmente sulla retta via della competitività? In teoria sì. Quindi ora starebbe solo alla capacità e abilità della nostra classe politica al Governo scegliere cosa è meglio per noi.
Però mi chiedo anche un'altra cosa.
L’Italia è fatta di Regioni, vero è che non siamo uno stato federale, quindi ciascuna Regione non pensa per se’, ma anche per le altre. Altrettanto vero è che però non tutte le Regioni hanno i conti a posto, quindi, per utilizzare la stessa parola che inevitabilmente useremo spesso in questi giorni, non tutte le nostre Regioni sono virtuose.
Perciò i conti come si faranno? La risposta lo so, è ovvia: il bilancio arriva dallo Stato centrale, e questo lo sappiamo. Ma la possibilità maggiore di azione su interventi mirati alla crescita, come si tradurrà concretamente? Con un piano? Con una distribuzione equa delle risorse alle amministrazioni locali che sono oggi in uno stato poco dignitoso? Si terrà conto del tesoretto di ciascun Ente? Si prenderanno in considerazione i sacrifici fatti, e magari anche i risultati riportati dalle diverse giunte? Il merito sarà il primo criterio?
Solo dopo aver capito questo, mi riserverò di valutare la notizia.