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La politica vista dalla gente (e da Manuela Donghi)


INUTILE ARRABBIARSI SE NON SI PROVA A FARE QUALCOSA – per conoscere meglio il Patto di Stabilità -

Pubblicato da Manuela Donghi su 27 Ottobre 2013, 23:13pm

INUTILE ARRABBIARSI SE NON SI PROVA A FARE QUALCOSA – per conoscere meglio il Patto di Stabilità -

Comuni virtuosi al di la' dell'appartenenza politica, e soprattutto uniti per andare contro il Patto di Stabilità, non per partito preso ma per esigere più rispetto per il lavoro degli Enti territoriali che operano per e a stretto contatto con il cittadino, più di qualsiasi altra Istituzione.

Fanno almeno riflettere i dati che già sono stati messi in evidenza dal volantino preparato ad hoc per l'iniziativa. Eccolo qui.

INUTILE ARRABBIARSI SE NON SI PROVA A FARE QUALCOSA – per conoscere meglio il Patto di Stabilità -

Alcuni numeri riportati su questo volantino non sono proprio una novità, e la cosa che fa più arrabbiare, forse, è proprio questa. Perchè se si continuano a ribadire le stesse identiche cose, non si fa più di tanto per cambiare? Perchè forse non viene sempre da pensare che se esistono questi dati, ci rimettiamo noi!

Come per l'abolizione delle Province, io personalmente ho deciso di sposare questa causa, perchè più che mai ho capito quanto sia necessario sensibilizzare l'opinione pubblica su come sia difficile amministrare ed essere anche un buon amministratore. Non solo perchè questo lavoro richiede pazienza, competenza e buona, buonissima volontà, ma perchè, dando per scontato che queste qualità ci siano, non bastano! Io, amministratore locale, voglio fare cose, migliorare servizi, aumentarne anche, sono virtuoso, ho i conti a posto, ho ben lavorato.... ma cosa succede? Quando credo di poter vivere di rendita (che significa: ora posso darmi veramente da fare CONCRETAMENTE per i miei cittadini), non posso fare nulla, ho le mani legate perchè i soldi ci sono ma lo Stato Centrale non me li fa utilizzare. Eh cavolo, ma per quale strana ragione? Per il Patto di Stabilità.

Nel volantino è riportato l'esempio di un Comune della Provincia di Monza e Brianza, Seregno. Provate a leggere un po' cosa c'è scritto:

INUTILE ARRABBIARSI SE NON SI PROVA A FARE QUALCOSA – per conoscere meglio il Patto di Stabilità -
INUTILE ARRABBIARSI SE NON SI PROVA A FARE QUALCOSA – per conoscere meglio il Patto di Stabilità -

I CITTADINI DEL COMUNE DI SEREGNO VERSANO OGNI ANNO ALLO STATO 148,85 MILIONI DI EURO IN IRPEF E SOLO 2.427.527 EURO TORNANO SUL TERRITORIO. E ancora:

IL COMUNE DI SEREGNO HA IN CASSA 5.812.007 EURO CHE NON PUÒ SPENDERE PER COLPA DEL PATTO DI STABILITÀ IMPOSTO DALLO STATO.

Ergo. Facciamo il punto della situazione reale con un idoneo ragionamento. I cittadini (di qualsiasi Comune, quello di Seregno vale solo come esempio), versano soldi in tasse, che sono obbligatorie, e su questo non ci piove. Questi soldi (nostri) vanno nelle casse dello Stato a Roma. Roma, ossia lo Stato Centrale, dà una parte di questi soldi agli Enti locali, quindi anche al nostro Comune di appartenenza. Sarebbe cosa buona e giusta (ditemi se sbaglio) se questo denaro dato ai Comuni (nostro!), venisse usato per noi. Anzi, vi dirò di più, più che una cosa buona e giusta, a me sembra una cosa ovvia, scontata, quasi senza possibilità di essere messa in discussione. E invece NO! Viene fuori, e con questo semplicissimo ragionamento fatto da me che non sono mai stata brava a fare di conto penso sia ugualmente lampante per tutti, che la maggior parte dei Comuni dispone di risorse considerevoli, ma altrettanto inutilizzabili. Facile giungere alla conclusione che con questi soldi si potrebbero portare a termine moltissime opere di pubblica utilità che si tradurrebbero immediatamente in un miglioramento della vita di tutti noi. Appunto i cittadini che pagano. E quando si paga, più che mai, si devono avere delle cose. Se funziona così nel privato, perchè non funziona allo stesso modo nel pubblico? Nel pubblico che è stato "creato" apposta per noi?

Sapete che non mi accontento certo delle mie conclusioni. Occorre sempre andare alla fonte. Perciò mi sono messa in contatto con uno dei promotori dell'iniziativa, anche per capire come proseguirà. Marco Tognini è il Commissario della Sezione di Seregno della Lega Nord (come ho specificato prima, poco importa l’appartenenza politica. La giunta di Seregno è di colore verde, ma all’iniziativa possono aderire tutti i Comuni che appoggiano questa presa di posizione).

Marco Tognini

Marco Tognini

Ciao Marco, ci spieghi il perché di questa iniziativa e chi coinvolge?

L’iniziativa “Rompiamo il patto” nasce dalle riflessioni di numerosi amministratori locali che considerano gli attuali vincoli finanziari imposti agli Enti Locali una inutile tagliola per chi cerca di fare il proprio dovere nei confronti dei propri cittadini con una gestione attenta delle risorse. Roma invece risponde con meccanismi che scaricano sui Comuni cosiddetti “virtuosi” le restrizioni che andrebbero imposte innanzitutto a Ministeri ed Enti parastatali, oltre ai Comuni in dissesto finanziario.

“Rompiamo il patto”….. si può davvero pensare di romperlo? E come?

“Rompiamo il Patto” deve essere innanzitutto una grande presa di coscienza collettiva della situazione attuale. Sono stati invitati Sindaci di ogni colore politico ad organizzare assemblee pubbliche o presidi informativi in piazza sul “Patto di Stabilità”, quel meccanismo di finanza pubblica che impedisce agli Enti Locali “virtuosi”, cioè quelli che hanno operato politiche di bilancio equilibrate, di poter utilizzare le risorse risparmiate, dal momento che vengono utilizzate come garanzia dei debiti dei Comuni “spreconi” o in dissesto. I Comuni, soprattutto al Nord, sono ancora una volta penalizzati a favore di chi ha storicamente avuto gestioni “allegre”, clientelari o fallimentari e che ha, ad esempio, un rapporto dipendenti/abitanti ben superiore a quello di casa nostra, guardandosi bene dall’avviare concrete politiche di contenimento della spesa. Se ci sarà nei cittadini piena consapevolezza di questo sopruso avremo posto le basi politiche per superarlo.

Nel volantino che avete distribuito sono stati messi in evidenza alcuni dati e numeri che fanno riflettere… cosa vi fa arrabbiare?

Soprattutto, la mancanza di equità, la disparità di trattamento tra chi ha sempre fatto sacrifici e chi invece ha gestito la cosa pubblica sempre al di sopra delle proprie possibilità. Se l’Europa ci chiede rigore, non possiamo pensare di riempirci la bocca di termini come “spending review” e poi non affrontare nodi cruciali come l’assistenzialismo e i provvedimenti clientelari. Non devono più esistere situazioni di palese disparità in cui certi enti sono costretti ad aumentare le tariffe o a contrarre i servizi solo per mantenere colpevoli sacche di inefficienza. Anche perché se non liberiamo dai vincoli tutte le energie positive presenti nel Paese, rischiamo davvero di impantanarci tutti, nessuno escluso.

I cittadini versano soldi per le tasse ma quei soldi non sono propriamente utilizzati per ciò che serve a loro… il risultato è che il cittadino se la prende (anche giustamente) con il Comune, senza sapere che la colpa non è sua. Con il Patto di Stabilità è previsto che alcuni soldi siano bloccati e quindi NON UTILIZZABILI dai Comuni. Ci spiega questo “meccanismo”? Per cosa vengono usate quelle risorse che potrebbero essere fondamentali per il NOSTRO benessere?

Non è solo una riedizione della querelle Nord/Sud: il problema è che molte opere pubbliche importanti per le nostre città e per far ripartire l’economia, restano malinconicamente ferme al palo per l’impossibilità di usare i fondi delle casse comunali, prigionieri di una logica che non vuole distinguere tra buoni e cattivi amministratori. L’Avanzo di Amministrazione (cioè l’attivo disponibile) dei Comuni virtuosi è stato prima sottratto fisicamente dalla loro disponibilità con l’istituzione della Tesoreria Unica e poi conteggiato in una media aritmetica nazionale che li usa per coprire i buchi di altri. A questo si aggiunga l’atteggiamento del Governo Centrale che non è stato equanime ed ha coperto il disavanzo dei Comuni della Regione Sicilia senza nemmeno preoccuparsi di come sarebbero state spese le risorse.

Con la cosiddetta DISOBBEDIENZA FISCALE chi rischia? (se qualcuno rischia). Non è che poi alla fin fine sarebbero sempre i cittadini a "rimetterci"?

Veramente è adesso che i cittadini “ci rimettono” perché chi non è efficiente perdura nella sua gestione allegra! La disobbedienza fiscale è una leva importante per cambiare le cose, ma è soprattutto l’extrema ratio nei confronti dello Stato Centrale. Adesso vogliamo dare un segnale forte perché possa essere pienamente compreso. Ma se non ci sarà una decisa inversione di marcia, i Comuni si mobiliteranno con nuove iniziative.

Visionando il sito www.rompiamoilpatto.org si legge anche di un vero e proprio appello ai sindaci, al di la' della loro appartenenza politica... possiamo rilanciare l'appello anche da qui?

“RompiamoilPatto.org” nasce dall’impegno di alcuni Sindaci, i quali, andando oltre l'appartenenza politica, hanno deciso di fare fronte comune e costringere Roma a cancellare o a modificare urgentemente le disposizioni del "Patto di Stabilità". Se questa mobilitazione, come sembra dalle continue nuove adesioni, sarà imponente, avrà buone possibilità di raggiungere lo scopo.

Quali altri “step” arriveranno dopo gli incontri di questa mattina?

Dopo la parte dedicata alla sensibilizzazione dei cittadini e alle assemblee sul territorio ci saranno altri obiettivi da raggiungere. Per il momento posso anticipare che il secondo step sarà quello di far approvare in tutti i Comuni aderenti un documento condiviso che illustri l’insostenibilità dell’attuale situazione e chieda con un'unica voce di rientrare in possesso del diritto democratico di spendere le proprie risorse per i propri cittadini, imponendo al tempo stesso una severa disciplina a chi invece le ha dissipate.

Cittadini che firmano le proposte (per info: www.rompiamoilpatto.org )

Cittadini che firmano le proposte (per info: www.rompiamoilpatto.org )

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