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Eccola la notizia, è arrivata: quella del RINVIO dell’aumento dell’Iva al 22% dal prossimo gennaio. Ma di che cosa stiamo parlando? Un altro rinvio? A questo punto vorrei sapere se è una barzelletta.
Non so se ridere o se piangere. Giuro, ho letto il flash d’agenzia e ho fatto un balzo sulla sedia. Stesso copione dell’Imu, stesso copione del lavoro, stesso copione di qualsiasi altro provvedimento. Che forse non dobbiamo più nemmeno chiamare con questo nome, visto che un provvedimento indica una decisione, e a casa mia un rinvio non è una decisione. Solo ieri il Premier Enrico Letta ha detto che con l’annuncio delle dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl l’Italia è stata umiliata di fronte al mondo, ma siamo sicuri che l’umiliazione maggiore non sia dovuta a questi piccoli ma fondamentali elementi decisionali? Robe da matti. O forse sono io che la vedo negativamente? Io che sono sempre stata così beatamente ottimista? Dai, è vero, forse dovrei gioire perché i commercianti saranno esentati dall’aumento dell’Iva nel periodo di Natale, e di conseguenza tutti noi daremo una bella accelerata all’economia? In effetti forse è per questo che dovrei e dovremmo gioire, sì. E da gennaio? Ah sì, ci sono i saldi. Quindi dai, anche se l’Iva salirà al 22% i nostri acquisti saranno comunque al riparo grazie alle meravigliose offerte che illumineranno le vetrine dei negozi. Ok. E poi? Con la nuova stagione e i nuovi prezzi? Cosa succederà?
Però è vero, sono io quella esagerata. Perché pensare al futuro? Ormai siamo tutti costretti a pensare semplicemente a quello che succederà tra un minuto. Anche perché se andiamo avanti così, a furia di rinvii annunciati e non, chissà mai cosa si inventeranno. Ammesso che il Governo regga. Ma a questo punto, consentitemelo, la colpa non è di Silvio Berlusconi, ormai è diventato fin troppo semplice attaccarsi a lui per giustificare le pecche del nostro sistema. Mi sono stancata di sentir parlar male solo di lui. Parliamo piuttosto di un Esecutivo che sta deludendo le aspettative e che ha preso in mano i provvedimenti già fallimentari del Governo Monti che a sua volta ha dovuto rattoppare le carenze di quello precedente. Ma di che cosa stiamo parlando? Dove vogliamo andare?