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La politica vista dalla gente (e da Manuela Donghi)


NON CAPI-PARTITI MA CAPI-UOMINI

Pubblicato da Manuela Donghi su 10 Giugno 2013, 17:32pm

NON CAPI-PARTITI MA CAPI-UOMINI

Trionfa Ignazio Marino a Roma, vince il centrosinistra in quasi tutte le città, e perdiamo “noi cittadini” perché si conferma il dato negativo sull'astensione. In sintesi questo è il risultato dei ballottaggi dell’ultimo voto amministrativo. Dopo cinque anni Roma torna al centrosinistra e per la prima volta conquista tutti i Comuni della Capitale. Ignazio Marino vince con un distacco di oltre trenta punti: "Sarò il sindaco di tutti -dice- amo Roma e spero che la città sia orgogliosa di me". Il suo avversario-competitor Gianni Alemanno ribatte: "Ho perso ma non scomparirò, mi assumo tutte le responsabilità di questa sconfitta".

Ma ci sono davvero vinti e vincitori? E’una sconfitta per il centrodestra e una vittoria per il centrosinistra? Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha così commentato i risultati romani: “Una liberazione”.

Questa è invece la mia riflessione. Siamo sicuri che soprattutto a livello locale si possa davvero fare una distinzione così netta tra una parte e l’altra? E che ci sia qualcuno che ha vinto o qualcuno che ha perso, soprattutto tra noi cittadini? Un Comune, una Provincia, una Regione, non hanno bisogno di un Capo-partito, ma di un Capo-uomo. Poco importa il colore politico, l’appartenenza, la bandiera. Occorre essere responsabili della zona e del territorio. Bisogna conoscere le strade, le vie, le Chiese, gli oratori, i bar, i negozi, le imprese: in un’unica parola, le persone. I nuovi sindaci conoscono tutto ciò? E noi, siamo certi di aver votato saldamente su questi principi? O abbiamo segnato una croce in nome di un’ideologia? Parlo anche per me, perché anche se stavolta il voto non ha interessato il mio Comune, in passato ho commesso questo errore. Invece no, il Sindaco è nostro, è della gente, è delle città, è l’anima delle decisioni, e le decisioni che riguardano i cittadini devono essere mosse da qualcosa di più che non la tessera di Partito o la capacità gestionale, che viene dopo. Non si può prescindere da nulla, certo, ma ora che anche i ballottaggi sono andati, chiediamoci se, guardando in faccia il nostro nuovo amministratore, riusciamo a percepire un cuore. Se non accade, è tutto sbagliato.

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