Non so per voi, ma per quanto mi riguarda, in questa domenica uggiosa, non c'è nulla di meglio che starsene rintanati in casa a sorseggiare una tazza di caffè caldo, pc acceso e gatta mezza addormentata che fa le fusa perché capisce che siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Un 1° Maggio decisamente bagnato, ma del resto le previsioni ci avevano avvertiti.
Dai, diciamoci la verità, non possiamo sempre lamentarci o criticare quello che i nostri politici fanno.
A onor del vero, e ho avuto modo di dirlo ripetutamente anche in trasmissione venerdì scorso, gli ultimi dati sull'occupazione in Italia che ci ha fornito l'Istat, ci hanno fatto quantomeno respirare. Forse solo per un secondo, ma almeno non abbiamo assistito alla solita (ormai consueta da anni) sequenza di segni MENO di fronte ai dati sul lavoro.
Io però sono abituata a procedere cautamente.
Ad esempio: se io fossi il Presidente del Consiglio, non scriverei post entusiasti ogni qual volta arrivi una-mezza-notizia-con-parvenza-di-positività. Mmm, porta sf.....ortuna!
E' vero, è vero, sono scaramantica. Solitamente attribuisco l'esternazione pubblica di uno stato d'animo gioioso, come un pericolo per lo stesso. Mi spiego meglio: quando mi capita qualcosa di bello, lo scrivo piuttosto a caratteri cubitali in casa, in cucina, in salotto, in camera, così che io possa averlo sempre sotto gli occhi. Ma non on-line.
Credo sia questo il "pericolo" che "corre" Renzi: al di la' di apparire ripetitivo e di non trasmettere più l'enfasi che vorrebbe, rischia di dover, prima o dopo, rettificare (bruscamente).
Anche perché, diciamocelo. Dopo la premessa doverosa dell'analisi obiettiva dei dati Istat (per i quali dobbiamo comunque essere contenti), occorre lasciare spazio ad altre riflessioni.
Soprattutto quelle che riguardano i giovani, ancora la categoria più sofferente.
Giovani che fino a 34 anni (!!!) faticano a trovare collocazione nel mondo del lavoro, che a 34 anni non hanno un'occupazione stabile, giovani che a 34 anni prendono magari 800/1000 euro di stipendio. Ecco. Su questo cosa diciamo?
Si potrebbe replicare (come qualcuno ogni tanto fa) che non dobbiamo sempre e solo pensare ai giovani, ma anche a persone più adulte, che attraversano una fase critica in cui essere re-inseriti nel mondo professionale non è poi così semplice. Tipo i 50enni? Ok. Parliamone. Ma la situazione non cambia, perché anche per loro i tempi sono ancora molto duri.
E allora si potrebbe replicare che le aziende assumono di più, che sono aumentati i contratti a tempo indeterminato (ma di INDETERMINATO cosa è rimasto?), però poi in risposta si potrebbe controbattere che le aziende assumono per la maggiore flessibilità in entrata ma anche IN USCITA del Jobs Act, e che, SOPRATTUTTO, c'è un totale abuso dei VOUCHER, di cui nessuno, (o poca roba) parla.
E allora, tornando all'incipit di questo post, non faremmo meglio a goderci questa giornata uggiosa, ricordando sì il 1° Maggio e soprattutto le lotte del passato per i diritti poi ottenuti, ma domandandoci anche quali di questi DIRITTI siano rimasti?
Non so, credo sarebbe più serio e reale.