Secondo l'Inps, Osservatorio sul precariato, tra gennaio e novembre del 2015 l'economia italiana ha creato 356mila nuovi posti di lavoro dipendente in più rispetto a quelli che si erano registrati nello stesso periodo del 2014. Nel nostro Paese ci sono ora più contratti 'stabili' (anche se orfani dell'articolo 18), meno a tempo determinato o di apprendistato.
Il Premier Matteo Renzi ha subito twittato:
Però... pare che non sia tutto oro quello che luccica, perché dal rilevamento emerge anche la crescita vertiginosa della nuova forma di precariato, legata ai buoni lavoro: i voucher da 10 euro di valore nominale stanno vivendo un boom (+67,5%, oltre i 102 milioni, con punte del +97% in Sicilia), come già denunciato dal presidente dell'Inps,Tito Boeri.
A proposito: Tito Boeri sembrerebbe essere l'uomo del momento. Sì, perché con la sua presa di posizione nei confronti delle categorie più deboli oggi, e con la denuncia lungimirante di ciò che sarà e non sarà, si è guadagnato una fetta di popolarità e stima non indifferenti.
Ricordate i suoi avvertimenti?
- Le pensioni dei giovani (soprattutto gli attuali 35enni) saranno a dir poco deprimenti. Lavoreranno anche fino a 75 anni e prenderanno una pensione inferiore rispetto alle generazioni precedenti. Anzi: in tanti rischieranno di non prendere proprio l’assegno, visto che il sistema contributivo penalizza pesantemente chi vive di contratti precari.
- Chi ci rimetterà di più ("grazie" alla Riforma Fornero) saranno donne e lavoratori precoci. Questi ultimi chiedono la possibilità di un pensionamento anticipato con 41 anni di contributi senza limiti di età né penalizzazioni (Quota 41). Le prime, ahimè, vengono equiparate agli uomini (ed è giusto che sia così), senza però tenere conto che l'equiparazione non esiste minimamente nel mondo-sistema-lavoro. La parità di stipendi? La parità di possibilità? La parità di doveri al di fuori della vita lavorativa? La parità di ruolo nella cosiddetta "responsabilità della cura"? (Saranno mica questioni sconosciute al Governo?)
- A viva voce Boeri chiede una flessibilità in uscita, che darebbe la possibilità a chi vuole andare in pensione prima dell'età stabilita dalla Fornero, di starsene a casa rinunciando a qualche soldino. Questo darebbe spazio alla libera scelta personale, svecchierebbe le imprese italiane che oggi più che mai necessitano di essere innovative e competitive, e permetterebbero ai giovani di lavorare. Abbiamo detto poco?
Altrimenti, se preferiamo, lo scenario sarà questo:
Insomma. Senza troppo girarci intorno, parlando di lavoro, non possiamo non includere anche un ragionamento su chi il lavoro dovrebbe abbandonarlo. Non si può esultare leggendo dei dati (che fanno fede, per carità, e di certo ci fanno tirare un sospiro di sollievo), dimenticandoci però che il Governo, o meglio, che il nostro Presidente del Consiglio, parallelamente all'approvazione della Legge di Stabilità ci aveva promesso che il tema pensioni sarebbe stato tra le priorità del nuovo anno. Quale nuovo anno? Il 2016? Ah, ma non è iniziato ormai esattamente da 20 giorni?
Leggendo i giornali e navigando on line, non si legge solo ed esclusivamente di Unioni Civili? La parola che sappiamo usare meglio è questa: DIRITTI. Una parola bellissima, musicale, giusta e sacrosanta.
E andare in pensione non è un DIRITTO? Forse il giorno in cui la faccenda sarà sistemata, ci toccherà pure ringraziare.
(Ho parlato di questi temi a DiMartedì, in onda su La7. Nel link sotto, qualche spunto)